Differenze tra le versioni di "Cultura in Metin2: Architettura"

[versione verificata][versione verificata]
(Padiglione cinese)
(Padiglione cinese)
 
Riga 150: Riga 150:
 
Al giorno d'oggi si trovano spesso all'interno di templi, ma non hanno una funzione esclusivamente religiosa: lo scopo di questi padiglioni è anche quello ornamentale, per abbellire e decorazine i giardini e i parchi, per offrire un luogo tranquillo e all'ombra e a volte viene utilizzato come "altare" per i matrimoni.<br>
 
Al giorno d'oggi si trovano spesso all'interno di templi, ma non hanno una funzione esclusivamente religiosa: lo scopo di questi padiglioni è anche quello ornamentale, per abbellire e decorazine i giardini e i parchi, per offrire un luogo tranquillo e all'ombra e a volte viene utilizzato come "altare" per i matrimoni.<br>
 
Anche questo tipo di costruzione è presente in Metin, si può incontrare sia al [[Tempio Hwang]] che nei primi e secondi villaggi di ciascun regno, talvolta nei luoghi meno frequentati dai player.
 
Anche questo tipo di costruzione è presente in Metin, si può incontrare sia al [[Tempio Hwang]] che nei primi e secondi villaggi di ciascun regno, talvolta nei luoghi meno frequentati dai player.
 
+
<br><br>
 
{{top}}
 
{{top}}
  

Versione attuale delle 22:02, 31 ago 2014

In questa sezione si andranno ad analizzare le varie forme e strutture architettoniche presenti all'interno del gioco che trovano riscontro nella realtà.

Le abitazioni e gli edifici

In Corea vi sono due tipi di architettura tradizionale: lo stile han-ok (한옥, 韓屋) e lo stile tchogajip (초가집).
In generale i nobili e le persone ricche vivevano in case di tipo han-ok, mentre il popolo usavano abitazioni di tipo tchogajip.

Stile Tchogajip: a sinistra un edificio in gioco, a destra un esempio di casa in questo stile.


Per costruire una casa in stile tchogajip veniva utilizzato legno, argilla e paglia di riso, che aveva la funzione di isolare termicamente le stanze interne dall'esterno. Lo stile di queste costruzioni è molto diverso dallo stile attuale.
Questi tipi di edifici si possono trovare nella nuova mappa di Capo Fuoco del Drago.

Stile han-ok: a sinistra un edificio in gioco, a destra un esempio di casa in questo stile.


Lo stile han-ok, invece è riconoscibile dalle linee curve del tetto e gli ornamenti della casa; gli ideatori del gioco lo shanno spesso utilizzato nei primi villaggi di ogni regno, variando il colore delle tegole dei tetti. Per questo tipo di case, la base era costruita in pietra, i pilastri e il parquet in legno, mentre per le pareti veniva utilizzata la paglia e l'argilla.
Questo stile non è solo una tradizione del passato, ma anche uno stile architettonico in perfetta armonia con i tempi moderni.

Per evitare il freddo dell'inverno, usavano un metodo di riscaldamento chiamato Ondol, un ipocausto coreano, un sistema di riscaldamento usato anche nell'antica Roma, consistente nella circolazione di aria calda entro cavità poste nel pavimento e nelle pareti del luogo da riscaldare. I coreani avevano l'abitudine di togliersi le scarpe per entrare in casa anche per via del pavimento riscaldato oltre che per il fatto che si sedevano a terra per mangiare e per dormire; tradizione che si è tramandata di generazione in generazione fino ad oggi.
In generale la casa era costruita attorno a una stanza centrale, la deachung maru, mentre attorno c'erano le altre stanze (camere da letto, ufficio...) dove il pavimento era invece argilloso o in mattoni. Cucina e bagni erano situati fuori casa.
Porte e finestre, erano fatte con l'hanji (la carta tradizionale coreana) e legno, materiali che permettevano una buona ventilazione della casa.
Le case erano costruite in armonia con la geologia del territorio: per decidere l'orientamento e la struttura dell'edificio venivano presi in considerazione alcuni aspetti importanti quali la distanza e l'allineamento con le montagne e i campi. La posizione ideale era quella con l'esposizione della casa a sud con le montagne alle spalle di essa, tutto ciò per limitare gli effetti del vento e sfruttare al massimo l'esposizione al sole.

▲ Inizio pagina ▲


Torii

Torii tempio.jpg

Il torii (鳥居) è il tradizionale portale d'accesso giapponese che porta ad un santuario shintoista o, più semplicemente, ad un'area sacra.
La loro costante presenza nello shintoismo è dovuta al fatto che il passaggio sotto di esso è considerato una prima forma di purificazione, poi completata con le abluzioni rituali nelle immediate vicinanze del santuario. Le credenze popolari tendono ad identificarlo semplicemente come un simbolo di fortuna e prosperità. Per questo è costume che una persona che ha ottenuto successo negli affari doni un torii come segno di gratitudine agli dèi.

Varie tipologie di torii




La sua struttura elementare è formata da due colonne di supporto verticali e un palo orizzontale sulla cima e frequentemente viene dipinto in colore vermiglio. Tradizionalmente sono fatti di pietra o legno, ma in tempi recenti i costruttori hanno iniziato ad usare anche l'acciaio o il cemento armato. Generalmente i torii si trovano a gruppi di tre, ma fuori dai templi o dai luoghi di culto non manca mai. Il numero è tuttavia variabile. Tuttavia anche se la struttura elementare è quella esistono varie tipologie di torii.


Parti Principali

I torii appartengono a due famiglie principali, quella del Shinmei torii, stile utilizzante solo travi diritte, e quella del Myōjin torii (di gran lunga la più comune), che utilizza invece anche travi ricurve.



Strutturalmente un torii è caratterizzato da nove elementi, non tutti sempre presenti:


Parti torii.png
  • il kasagi, la trave a cavallo delle due colonne
  • lo shimaki, una seconda trave a volte presente sotto il kasagi
  • il nuki, trave secondaria sotto il kasagi e lo shimaki che collega e tiene insieme le due colonne
  • i kusabi, cunei che fermano il nuki;
  • il gakuzuka, supporto situato tra shimaki e nuki a sostegno del primo e a volte recante un'iscrizione
  • gli hashira, le colonne cilindriche che sostengono la costruzione
  • i daiwa, i capitelli delle colonne
  • i daiishi o kamebara, le basi di quest'ultime
  • i nemaki, guaine nere (o a volte di altro colore) alla base delle colonne

Le colonne possono avere una certa inclinazione verso l'interno detta uchikorobi.


Curiosità

Il torii è anche il simbolo che rappresenta la religione Shintoista, come lo è la Croce per il cristianesimo o la Stella di Davide per l'ebraismo.

▲ Inizio pagina ▲




Paifang

Paifang in un villaggio
Paifang d'entrata al Dunedin garden,New Zealand

Paifang (牌坊) o anche Pailou è un'architettura tradizionale cinese a forma di arco.
La parola Pai-fang, in origine, era un termine usato per descrivere i due livelli più elevati della suddivisione amministrativa delle città cinesi. La suddivisione più ampia nelle antiche città cinesi era il Fang (坊), l'equivalente di un attuale quartiere. Ogni fang era circondato da mura e le porte d'accesso venivano chiuse e sorvegliate ogni notte. I fang erano a loro volta suddivisi in vari Pai (牌), ciascuno dei quali, a sua volta, era composto da svariati hutong. Questo sistema di suddivisioni amministrative raggiunse un elevato livello durante la dinastia Tang, e perdurò sotto le dinastie successive.

Paifang al Chen Clan Academy, Guangzhou

Inizialmente, quindi, il Paifang era la porta d'accesso del fang, ma a partire dalla dinastia Song si evolse in un monumento puramente decorativo.
I Paifang si presentano sotto molteplici forme.
Una delle più tipiche è caratterizzata da pilastri lignei posizionati sopra un basamento di pietra e collegati tra loro da travi in legno. Questo tipo di arco è riccamente decorato: i pilastri solitamente sono colorati di rosso, le travi sono arricchite da intricati disegni e da calligrafie cinesi e il tetto è coperto da tegole colorate e bestie mitologiche.
Un altro tipo di Paifang è quello strutturato come un vero e proprio arco di pietre o mattoni, coi muri dipinti in bianco o rosso o decorati da tegole colorate.
Un altro tipo ancora, costruito perlopiù su terreni sacri o cimiteri, consiste di pilastri e travi in pietra bianca senza tegole di copertura o decorazioni, se non elaborate incisioni prodotte dai mastri scalpellini.
Fuori dalla Cina, il Paifang è spesso il simbolo delle Chinatown.

▲ Inizio pagina ▲


Lanterne di pietra

Lanterna di pietra nel tempio di Beomeosa, Busan
Lanterna di pietra in Metin

(In Giapponese dai-dōrō (台灯籠))
Anche le lanterne di pietra sono legate alla tradizione buddista, esse si possono infatti trovare nei pressi dei templi o delle tombe e il loro uso si è diffuso in contemporanea con la diffusione del buddismo in Cina Giappone e Corea.
Attualmente in Corea vi sono all'incirca 280 lanterne di pietra. È interessante notare quanto siano numerose rispetto agli altri paesi asiatici. Non si conosce precisamente il motivo di questa abbondanza, ma sicuramente ciò fu dovuto all'influenza della dottrina buddista.
La loro funzione era di illuminazione ma venivano anche usate a scopi ornamentali.
Ci sono circa 9 categorie principali di lanterne di pietra a base di forme generali e oltre 75 sub-categorie. Tutti dispongono di una sezione superiore scavata per accogliere il fuoco, mentre gli altri elementi possono variare.
In Metin si possono trovare sparse per i primi villaggi.

▲ Inizio pagina ▲


Pagoda

Torre dei Demoni vista dalla Valle degli Orchi
Pagoda situata nella quarta stanza del Tempio Hwang


Con pagoda si intende una torre costituita da diversi piani, ciascuno dei quali dotato di un proprio tetto a falde spioventi con gli spigoli inferiori curvati verso l'alto, generalmente di forma quadrangolare o ottagonale. Questa struttura è facilmente accostabile alla Torre dei Demoni presente in Metin per la sua somiglianza delle caratteristiche architetturali e non solo.
Un altra pagoda di dimensioni minori possiamo trovarla nella quarta stanza del tempio. La parola deriva probabilmente dal cinese 八角塔 (Pinyin: bā jiǎo tǎ; "torre a otto angoli" ).

La pagoda è un edificio comune prevalentemente in Cina, Corea, Giappone e Nepal, dove è destinato principalmente, ma non esclusivamente, a scopi religiosi. Si tratta di un'evoluzione dello stupa indiano, il quale però aveva come scopo principale quello di ospitare reliquie sacre; nel corso della storia gli stupa seguirono il Buddhismo nella sua espansione, perdendo in parte il significato originario e adattando la propria architettura ai vari paesi.
Un'altra delle funzioni della pagoda è probabilmente quello di attirare i fulmini: ciò avviene spesso a causa della loro altezza e per via del pennacchio appuntito presente sulla cima, spesso decorato con motivi religiosi, che agisce da vero e proprio parafulmine. Scaricando l'energia dei fulmini sulla pagoda si mettevano al sicuro le altre aree del tempio vicino, non di rado fatto di legno.

Sebbene la maggioranza delle pagode avesse scopo religioso, la forma dell'edificio, che consentiva di raggiungere grandi altezze, è stata utilizzata anche per altri scopi; ad esempio come torri di avvistament o fari.



Pagoda giapponese

Una pagoda

La pagoda giapponese ( 塔 - tō ) è la variante presente in Giappone del caratteristico edificio diffuso nell'Asia orientale, ed è una delle parti essenziali e più caratteristiche dell'architettura religiosa del Paese.

Origini

La pagoda giapponese, proprio come tutte le altre pagode dell'Asia, ebbe origine dall'evoluzione della stupa indiana, un monumento commemorativo e funerario di matrice buddhista. Con lo sviluppo e l’evolversi del culto religioso e la diffusione del Buddhismo in Asia la sua struttura subì delle modifiche, venendo ad assumere differenti denominazioni e adattandosi allo stile e alla tradizione architettonica delle diverse culture incontrate, pur mantenendo il suo significato e la sua simbologia pressoché invariati.

Nel sesto secolo il Buddhismo giunse in Giappone, e la sua architettura tipica fu introdotta con esso. Mentre passava attraverso Cina e Corea, tuttavia, l'aspetto della pagoda si era modificato, passando da un struttura a forma di cupola quale era, a un edificio su più piani, ossia quello che intendiamo noi oggi per pagoda.
La nuova struttura "inventata" dai cinesi si diffuse poi in Corea, dove la pagoda si modificò ulteriormente con l'aggiunta anche di elementi architettonici tipici di questo paese. Da qui la pagoda fu importata in Giappone.

Infine i carpentieri giapponesi combinando le tecniche di lavorazione importate con quelle peculiari già in loro possesso e con l'ottimo legno presente nella loro patria svilupparono una tipologia di pagoda unica, ossia quella tipica dell'architettura giapponese.

Caratteristiche

La pagoda giapponese, derivando come già detto da quella cinese per la struttura, si presenta come edificio a forma di torre divisa su più piani e con vari tetti sovrapposti, molto simile quindi alla Torre in Metin.
In Giappone tuttavia il motivo dei tetti si è accentuato ancora di più, portando quell'incomparabile fiore di legno che è la pagoda nipponica. Le coperture dei tetti sono in genere fatte di tegole, ma si hanno anche esempi di templi e portali ricoperti da uno strato compatto e pettinato di erbe.
Il materiale da costruzione è esclusivamente il legno, abbondantissimo e di ottima qualità in tutto il Paese del Sol Levante, che grazie all'abile lavorazione dei carpentieri e falegnami nipponici ha permesso di dare origine alle strutture in legno più alte e più durature della storia dell'uomo, e che non ha mai ceduto il passo come avvenuto in Cina e in parte in Corea alla pietra o granito, nemmeno nelle epoche più tarde.
A differenza della pagoda cinese inoltre la forma e il numero dei pianiè meno vario, per tradizione il numero dei piani è sempre dispari e geometria dei piani derivata invece dalla pagoda coreana è sempre quadrata. Per tradizione invece le pagode cinesi hanno forma ottagonale.
Inoltre la pagoda è sempre situata all'interno di un complesso religioso di un tempio, una ragione in più per la quale la Torre dei Demoni e l'altra pagoda di dimensioni minori sono poste all'intenro del Tempio Hwang. Tutte queste caratteristiche sono comuni alla Torre dei Demoni.

▲ Inizio pagina ▲


Padiglione cinese

Padiglioni cinesi nella prima stanza stanza del Tempio Hwang

Oltre alla solita pagoda a più piani, qui abbiamo l'occasione di incontrare anche un altro tipo di architettura tradizionale cinese: il padiglione o Tíng.
Questa costruzione ha dimensioni molto ridotte rispetto alle pagode e somiglia molto al gazebo occidentale.
Si tratta di una struttura coperta, ma priva di pareti laterali, tipicamente a pianta rotonda, ma a volte si può trovare anche a base quadrata o poligonale.
Nell'antichità venivano utilizzati come torri di guardia, per questo almeno un piano della costruzione doveva essere priva delle pareti, al fine di consentire una visuale a 360 gradi. Avevano quindi una funzione militare e governativa.


Padiglione a Pechino

Successivamente, durante le dinastie Sui e Tang (550-900 dc circa), studiosi e ricchi funzionari iniziarono a far costruire i padiglioni anche nei loro giardini privati, spostando la loro funzione da pratica a estetica.
Al giorno d'oggi si trovano spesso all'interno di templi, ma non hanno una funzione esclusivamente religiosa: lo scopo di questi padiglioni è anche quello ornamentale, per abbellire e decorazine i giardini e i parchi, per offrire un luogo tranquillo e all'ombra e a volte viene utilizzato come "altare" per i matrimoni.
Anche questo tipo di costruzione è presente in Metin, si può incontrare sia al Tempio Hwang che nei primi e secondi villaggi di ciascun regno, talvolta nei luoghi meno frequentati dai player.

▲ Inizio pagina ▲


La Yurta

Tipiche ger mongole.

Detta anche iurta o jurta (o Ger in mongolo) sono le tradizionali case di feltro delle popolazio ni nomadi dell'Asia centrale, utilizzate sopratutto dai mongoli, kazaki e uzbeki.
Queste strutture tradizionali, ricordano molto le capanne bianche a pianta circolare che si possono trovare in mappe come il monte, il deserto, ma anche nei primi villaggi.
Si tratta di un'abitazione famigliare che comprende un'unica stanza, il cui centro è occupato da un bracere. Al suo interno si trovano dei tavoli bassi e diversi letti che vengono usati anche come sedie durante il giorno. L'unica apertura è la porta d'entrata, sempre rivolta a sud, la zona accanto è riservata al letto del capofamiglia, mentre i lati sono destinati a figli. Gli eventuali ospiti sono alloggiati solo nella zona opposta all'ingresso, sul lato a nord.
Vicino all'ingresso c'è la zona cucina. In cima vi è una copertura apribile che consente di far uscire il fumo del braciere.
La struttura portante è facilmente smontabile, per essere spostata e assemblata in poche ore: si adatta quindi bene a uno stile di vita nomade. Sin dai tempi più antichi le yurte sono costituite da uno scheletro di legno; i pali che la compongono (arancioni come il sole), sono detti uni, in numero tra 10 e 15 sostengono le sezioni di parete (khana), che determinano la grandezza dell'abitazione.

Costruzione metiniana simile alla yurta.

Una yurta di grandezza standard ha cinque mura per un diametro di 5,80m, tra un massimo di 2,30m e un minimo di 1,50 m in altezza. Generalmente sono formati da 81 pali, che formano il telaio sostenuto da due pilastri.
La struttura è fissata sapientemente al terreno per resistere ai venti, con una copertura di uno o due strati di feltro di lana di pecora, un telo impermeabile di cotone e con uno strato sottostante di feltro isolante.
All'interno le decorazioni seguono dei modelli di base, ognuno con proprio significato. I simboli più utilizzati sono quelli che rappresentano la forza, come ad esempio le khas (la svastica), le quattro bestie sacre (leone , tigre , Garuda e drago) e le rappresentazioni stilizzate dei cinque elementi. Ampiamente utilizzati sono anche motivi geometrici, che non vengono usati solamente per decorare la ger, ma sono presenti anche sui mobili, sulle porte, sugli abiti e sugli altri oggetti di uso comune.

▲ Inizio pagina ▲